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Il palazzo, organizzato intorno a tre cortili, viene ricordato dalle antiche guide locali e dal Salmon, che ne sottolinea l’imponenza e la fastosità. In effetti, l’edificio occupa un fronte di 80 metri prospiciente la via S. Siro e presenta tre ingressi, il principale centrale con lo stemma. Nel portone di destra si accede al cortile e allo straordinario scalone d’onore, il più interessante fra quelli piacentini per le innovazioni anticlassiche delle colonne rigonfie e con capitelli piramidali. Lo scalone, cui si perveniva dal cortile centrale e che creava una forte sorpresa per la sua improvvisa apparizione dal colonnato in piani obliqui e asimmetrici, è attribuito all’architetto piacentino Domenico Cervini, di scuola bibienesca. Al piano nobile si susseguono una serie di sale, tra cui emerge il vasto salone a doppio corpo. Di alto livello gli apparati decorativi ad affresco (Diana e Atteone, la Notte e l’Aurora), purtroppo in parte perduti, realizzati da importanti pittori: da Domenico Piola a Robert De Longe, da Bartolomeo Rusca a Francesco Natali.