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Al piano rialzato di Palazzo Farnese si trova l'appartamento stuccato, formato da quattro sale, ornate a stucco negli anni 1685-1688, per volere del duca Ranuccio II. Molto probabilmente la grande opera di decorazione venne realizzata da Paolo Frisoni, anche se non sono da escludere interventi di altri valenti artigiani che in quegli stessi anni lavoravano in palazzi e chiese della città.
I progetti e i disegni degli stucchi sono da ricondurre ad Andrea Seghizzi (Bologna, 1613), scenografo di corte di Ranuccio II. Si ritiene possibile inoltre che i fratelli Ferdinando e Francesco Galli Bibbiena, già attivi nel 1682 nella decorazione delle sale del piano superiore, abbiano collaborato con il Sighizzi anche al piano rialzato.
Nelle cornici a stucco il duca Ranuccio II fece collocare un ciclo di dipinti su tela raffigurante gli splendori del casato: i Fasti farnesiani. Tramite queste rappresentazioni, rifacendosi a un filone autocelebrativo già diffuso presso le maggiori dinastie italiane del Rinascimento, i duchi Farnese intesero ridare prestigio e potenza alla propria famiglia, soprattutto agli occhi degli altri sovrani e sudditi. I Fasti farnesiani voluti da Ranuccio II mostrano le gesta di Paolo III e Alessandro Farnese, il primo fondatore della dinastia e protagonista della storia europea del Cinquecento, il secondo, anch'egli figura di levatura internazionale, comandante militare e governatore nelle Fiandre per conto della Spagna. Le storie di Paolo III, si trovano nell'alcova, divisa in due piccole stanze, la camera da letto e lo studiolo e furono dipinte da Sebastiano Ricci (Belluno 1659 – Venezia 1734), pittore formatosi in ambito veneto. Tra queste appare decisamente importante per qualità pittorica, la tela raffigurante Paolo III nomina il figlio Pier Luigi duca di Piacenza e Parma, e, per l'originale soluzione iconografica, il dipinto con Paolo III ispirato dalla Fede a convocare il concilio di Trento. Per quanto riguarda le gesta di Alessandro Farnese nelle Fiandre, invece, si segnala ad esempio Alessandro Farnese riceve lo stocco pontificio di Giovanni Evangelista Draghi (Genova 1654 – Piacenza 1712). Insieme a Ricci e Draghi collaborarono al ciclo anche altri artisti come Domenico Piola . Dunque Palazzo Farnese era negli anni Ottanta del Seicento un grande cantiere in cui lavoravano diversi artisti; risulta perciò estremamente interessante osservare lo scambio reciproco avvenuto tra loro, non solo sul piano stilistico ma anche su quello iconografico. La serie dei Fasti del casato fu continuata da Ilario Spolverini (Parma 1657 – 1734). Lo Spolverini, pittore di corte, riprese il tema dei Fasti farnesiani e creò un nuovo genere, quello della rappresentazione delle cerimonie. Abitò tredici anni a Piacenza , dove dipinse quadri di grandi dimensioni, verosimilmente proprio nel Palazzo Farnese. In particolare a lui si devono i Fasti di Elisabetta Farnese (divenuta regina di Spagna nel 1714) cui appartengono la grande tela con il Congedo di Elisabetta dalla corte e la colossale tela composta in tre parti con l'Ingresso del cardinale Gozzadini in Parma, che sono esposti nelle sale della pinacoteca, ma che in futuro verranno portati nell'appartamento stuccato del piano rialzato.