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Sorse nel 1281 sull’area dove sorgevano il convento di San Bartolomeo e la chiesa di Santa Maria de Bigulis, per iniziativa di Alberto Scoto, potente signore della città, che ne affidò la realizzazione agli architetti piacentini Pietro da Borghetto, Gherardo Campanaro, Pietro da Cagnano e Negro de’ Negri. Il palazzo Pubblico, denominato Gotico nel corso del secolo XIX per la forma ogivale degli archi in pietra, in contrasto con quelli romanici in cotto del piano superiore, è ritenuto uno dei più significativi esempi italiani di Palazzo Comunale. Nel salone del primo piano, ampio ben 700 mq illuminato su tutti i lati da grandiosi finestroni e dal rosone sul lato est, già adibito alle riunioni dell'Anzianato, fu allestito nel 1644, su progetto di Criastoforo Rangoni, teatro in legno a tre ordini con colonnati per festeggiare la pace tra il papa Urbano VIII e il duca Odoardo dopo la guerra di Castro; fu rappresentato con grande successo il dramma in musica “La finta pazza” di Francesco Sacrati, parmigiano formatosi a Venezia e poi trasferitosi nel ducato di Modena. Sulla torretta fu collocata una campana di bronzo, che ancora oggi viene utilizzata in occasioni speciali.
Il palazzo subì diversi rimaneggiamenti tra il XVI e il XVII secolo, come si deduce da vecchie fotografie, compreso un balcone verso la piazza. Verso la metà del XIX e gli inizi del XX secolo alcuni interventi liberarono il palazzo dalle sovrastrutture e dalle modifiche che avevano alterato la sua conformazione originaria. La facciata risulta spartita in due ordini: quello inferiore è distinto da cinque possenti arcate a sesto acuto che determinano un portico a due navate coperto da volte a crociera, il superiore, in laterizio, è ritmato invece da sei finestroni a tutto sesto arricchiti da svariati ornati di cotto. Tra la quarta e la quinta finestra è ospitata entro una nicchia, la copia di una statua di influsso antelamico raffigurante la Madonna con il Bambino (l’originale, del XIII secolo, è oggi ai Musei Civici) proveniente dalla demolita S. Maria de Bigulis. I fianchi dell’edificio presentano soluzioni analoghe al fronte e sono retti da arcate con coronamento a cuspide. Attualmente la sala del primo piano è adibita a sede di mostre ed esposizioni, nonché a incontri istituzionali.